Quanto tempo è passato da quel giorno d'autunno di un ottobre avanzato, con il cielo già bruno; tra sessioni d'esami, giorni persi in pigrizia, giovanili ciarpami, arrivò la notizia. Ci prese come un pugno, ci gelò di sconforto sapere a brutto grugno: "Che" Guevara era morto. In quel giorno d'ottobre, in terra boliviana, era tradito e perso Ernesto "Che" Guevara. Si offuscarono i libri, si rabbuiò la stanza, perché con lui era morta la nostra speranza. Erano gli anni fatati di miti cantati e di contestazioni. Erano i giorni passati a discutere e a tessere le belle illusioni. "Che" Guevara era morto ma ognuno lo credeva che con noi il suo pensiero nel mondo rimaneva. Passarono stagioni, ma continuammo ancora a mangiare illusioni e verità a ogni ora. Anni di ogni scoperta,anni senza rimpianti: "forza compagni all'erta, si deve andare avanti". E avanti andammo sempre,con le nostre bandiere, intonandole tutte quelle nostre chimere. In un giorno d'ottobre, in terra boliviana con cento colpi è morto Ernesto "Che" Guevara. Il terzo mondo piange, ognuno adesso sa che "Che" Guevara è morto, mai più ritornerà. Ma qualche cosa cambiava, finirono i giorni di quelle emozioni e rialzaron la testa i nemici di sempre contro le ribellioni. "Che" Guevara era morto e ognuno lo capiva che un eroe si perdeva, che qualcosa finiva. E qualcosa negli anni terminò per davvero, cozzando contro gli inganni del vivere giornaliero. I compagni di un giorno o partiti o venduti, sembra si giri attorno a pochi sopravvissuti. Proprio per questo ora io vorrei ascoltare una voce che ancora incominci a cantare: In un giorno d'ottobre, in terra boliviana, con cento colpi è morto Ernesto "Che" Guevara. Il terzo mondo piange, ognuno adesso sa che "Che" Guevara è morto, forse non tornerà. Ma voi reazionari tremate, non sono finite le rivoluzioni e voi a decine che usate parole diverse, le stesse prigioni; da qualche parte un giorno, dove non si saprà, dove non l'aspettate, il "Che" ritornerà!